Massimo Germini e la chitarra nella canzone d’autore

Massimo Germini è uno dei principali chitarristi della canzone d’autore italiana. Collaboratore storico di Roberto Vecchioni, ha suonato con Grazia Di Michele, Rossana Casale, Davide Van De Sfroos, Paolo Fiorucci e molti altri raffinati artisti. Di seguito alcune riflessioni sulla chitarra d’autore e su quanto sia importante la musica nelle canzoni.

Hai collaborato con moltissimi artisti, ma tu da che studi musicali provieni? Che rapporto c’è tra gli studi classici e la canzone?

Iniziai autodidatta da adolescente sull’onda della passione per Lucio Battisti che nei primi anni settanta furoreggiava capeggiando le classifiche con ogni uscita discografica. Fu tale poi la passione che decisi di iscrivermi ad un corso del circolo Arci vicino casa (tremila lire al mese). In seguito decisi di approfondire con studi accademici in conservatorio. Nell’accompagnamento di una canzone sono fondamentali le dinamiche, gli studi classici mi hanno aiutato tantissimo.

Io credo che la musica per la canzone d’autore sia un musica particolare. Non è solo musica. Così come la canzone d’autore non è solo parole e nemmeno solo musica. In sostanza: non basta saper suonare la chitarra. Di chitarristi bravi ce ne sono tanti, ma ci vuole una sensibilità e una passione particolare. Sei d’accordo? Cosa succede nel tuo caso? Qual è la differenza?

Sono assolutamente d’accordo. Le caratteristiche principali a mio avviso sono: ti deve piacere quello che stai suonando in modo da contribuire attivamente all’arrangiamento. Devi creare un feeling tale con il cantante di turno da riuscire a cogliere le sfumature interpretative creando un piacevole tutt’uno emotivo. Devi avere una particolare attenzione per le dinamiche, anticipare le intenzioni di calo e crescita di intensità.

Quale credi che sia il contesto migliore per l’esecuzione della canzone d’autore? (orchestra, chitarra e voce, teatro, stadio etc)

Chitarra e voce. Non lo dico in quanto chitarrista. Cito quello che disse Giorgio Gaber in un’intervista di molti anni fa: “La realtà è che secondo me con la sola chitarra viene benissimo; cioè, è sempre una specie di tradimento di una emozione iniziale, anche se è chiaro che non è che con la chitarra riesci a fare quello che puoi fare con un’orchestra, però riesci ad avvertire, in quel momento di solitudine strumentale, già quello che poi sarà e che invece poi non sarà mai”

Da diversi anni il Club Tenco ha un premio denominato “I suoni della canzone” (in realtà è da diversi anni che non è assegnato, l’ultimo Armando Corsi , nel 2015. Fin qui abbiamo parlato di performance, ma come cambia l’approccio rispetto alla composizione della musica per la canzone d’autore?

Il discorso è molto lungo… il succitato Gaber raccontava che il “giochicchiare” con la chitarra lo portava alla composizione di un brano. È una prassi molto frequente: uno spunto ritmico, una progressione di accordi originale, un rivolto di un accordo particolarmente evocativo.

Foto Mauro Vigorosi.